Cerignola

CONCORSO PER UFFICIALI DI ANAGRAFE, CONFLITTI D’INTERESSI CERTIFICATI DAL SEGRETARIO GENERALE

SU LEGALITÀ E TRASPARENZA IL SINDACO BONITO PREDICA BENE E RAZZOLA MALE

La legalità è un valore che va attuato e non soltanto declinato astrattamente. Ed è un principio che va difeso concretamente e non solo agitato come una bandierina politica.

Il sindaco Francesco Bonito, invece, predica bene e razzola male. Molto male.

La risposta fornita nel corso dell’ultimo Consiglio comunale alle questioni che ho personalmente sollevato insieme ai colleghi Maria Donofrio e Pasquale Morra, facendoci interpreti dei dubbi e delle perplessità della nostra comunità sulla regolarità della procedura concorsuale per il reclutamento di Ufficiali di Anagrafe dell’Ufficio di Piano, non può che essere giudicata lacunosa, vaga e, ci sia concesso, dal sapore pilatesco.

Un concorso pubblico è senza ombra di dubbio un atto di carattere gestionale, in cui non ha alcuna funzione diretta l’organo politico dell’Amministrazione. È tuttavia altrettanto vero che chi guida un Comune dovrebbe essere in grado di assicurare la linearità dei processi amministrativi.

I sospetti in questo caso non sono un’invenzione dell’opposizione brutta, sporca e cattiva che cerca di infangare l’operato dell’Amministrazione comunale e l’immagine del sindaco. Sono elementi concreti e fondati, che lo stesso Segretario Generale dell’Ente ha confermato nella nota con cui ha riscontrato la nostra richiesta di chiarimenti circa l’esistenza di un conflitto di interessi in capo al Responsabile Unico del Procedimento del concorso.

Il Segretario ha certificato un conflitto di interessi determinato dalla presenza di parenti del RUP tra i candidati che hanno preso parte alla procedura concorsuale. Una situazione considerata tanto grave da essere ritenuta di rilevanza disciplinare, con la conseguente apertura di una indagine interna.

Lo diciamo senza voler fare una sterile polemica, ma nella convinzione che su questi temi non possano essere ammesse leggerezze o superficialità.

Quel concorso, di cui tanto si è parlato in città, era viziato da un conflitto di interessi che l’Amministrazione ha “scoperto” solo dopo la nostra denuncia.

Se per il sindaco Bonito il fatto che i “parenti eccellenti”, risultati poi vincitori, abbiano deciso di rinunciare alla loro assunzione è condizione sufficiente a spazzare via tutte le opacità del concorso, rendendolo pienamente valido, dal nostro punto di vista, al contrario, sono un’ulteriore conferma della sciatteria politica che contraddistingue l’attività del primo cittadino e della sua Giunta.

Noi restiamo dell’idea, proprio per ciò che scrive il Segretario Generale, che sarebbe necessario un annullamento della procedura concorsuale come dimostazione di responsabilità, serietà, trasparenza e rispetto nei confronti dei partecipanti, oltre che dei cittadini. Perché se sul piano amministrativo secondo il sindaco lo svolgimento del concorso ed i suoi esiti sono assolutamente legittimi, sotto il profilo politico restano una macchia che nessuna “rinuncia” può cancellare.

Se non avessimo sollevato la questione, pubblicamente ed investendo direttamente il Segretario Generale, ci sarebbero state le “rinunce” che oggi il sindaco utilizza per parlare di una procedura perfettamente regolare e limpida?

Se non avessimo prestato la nostra attenzione nei confronti di questo concorso, qualcuno a Palazzo di Città si sarebbe accorto di quello che stava accadendo o, piuttosto, sarebbe rimasto in religioso silenzio?

È questo il tema politico che abbiamo posto in Consiglio ed al quale il primo cittadino non ha fornito nessuna spiegazione realmente convincente.

Questa vicenda, ancora una volta, fotografa l’assoluta incapacità politica dell’Amministrazione comunale di vigilare su ciò che succede in Comune, sia pure nel rispetto della separazione tra compiti di indirizzo politico e responsabilità gestionali.

Un sindaco ignaro dell’operato dell’Ente che governa ed amministra non può essere un buon sindaco. Senza se e senza ma.

Tanto più se si tratta di sindaco che impartisce lezioni di legalità un giorno sì e l’altro pure, dimostrando però di ignorare letteralmente macroscopici conflitti di interessi addirittura nell’ambito di concorsi pubblici.

Sindaco Bonito, se la legalità che professa in ogni sede e in ogni luogo è quella che ha caratterizzato questo concorso non ci siamo.

I proclami e gli slogan lasciano il tempo che trovano. Sono i fatti a fare la differenza. E, purtroppo, i fatti a Cerignola sembrano condannati a smentire sistematicamente i suoi sermoni propagandistici.

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