Cerignola

Il canonico don Ercole Chiomenti, curatore della cornice in argento del 1796 che racchiude l’icona della Madonna di Ripalta

L’artistica cornice in argento, che racchiude e adorna la sacra icona della Madonna di Ripalta (XIII secolo), fu offerta nel 1796 dai devoti di Cerignola, per chiederne la materna intercessione, in una realtà sociale di grande miseria che travagliava a quel tempo il popolo per una prolungata siccità.

La pregevole cornice che racchiude l’icona della Vergine, posta sull’artistica base processionale del 1922, viene intronizzata nei giorni della festa patronale dell’8 settembre nella basilica cattedrale “San Pietro Apostolo”, Duomo Tonti, e posta sul carro trionfale per la processione cittadina la sera dell’8 settembre.

La cornice, opera in stile barocco di argentiere napoletano, è un manufatto schedato nel Catalogo generale dei Beni Culturali, che ha valore non solo nell’ambito del Sacro, in quanto racchiude l’icona della Patrona cittadina, ma anche nell’ambito sociale, in quanto dono del popolo devoto.

La cornice del 1796 presenta incisa sul bordo inferiore della base una iscrizione latina con lettere capitali che così recita: EX DEVOTORUM LARGITATIBUS AN. MDCCXCVI CURA REV. CAN. D. HERCULIS / CHIOMENTJ.

Tale iscrizione da me individuata nel settembre 1995, quando commissionai alcune fotografie della cornice al fotografo cerignolano Antonio Dileo, fu pubblicata in un mio contributo nel 2007, non riportando però il cognome del canonico Chiomenti, membro del Capitolo Cattedrale “San Pietro Apostolo” di Cerignola, essendo il cognome in parte coperto da una lamina d’argento dorato che ne rende difficile la lettura.

Pertanto trascrissi per prudenza per la prima volta l’iscrizione latina esplicitandola senza riportare il cognome Chiomenti, in questi termini: EX DEVOTORUM LARGITATIBUS AN(NO) MDCCXCVI CURA REV(ERENDI) CAN(ONICI) D(OMINI) HERCULIS, così tradotta: “Dalle elargizioni dei devoti nell’anno 1796 a cura del reverendo canonico don Ercole”. (A. Disanto, I carri trionfali di Cerignola nella tradizione cultuale della Madonna di Ripalta e della Madonna del Carmine, in Angeli stemmi confraternite arte. Studi per il ventennale del Centro Ricerche di Storia Religiosa in Puglia (1986-2006), a cura di M. Pasculli Ferrara e D. Donofrio Del Vecchio,Schena Editore, Fasano 2007, pp. 407-434, in partic. p. 417, nota 40).

La predetta iscrizione fu riportata anche nei miei volumi Cerignola sacra, Centro ricerche di storia ed arte “Nicola Zingarelli”, Cerignola 2008, p. 26, nota 60, e Ripalta. La Madonna pellegrina, Claudio Grenzi Editore, Foggia 2010, p. 43.

In una fotografia scattata dallo Studio fotografico Belviso di Cerignola alla cornice il 6 settembre 2010, conservata nel mio archivio, si vede lo scrivente nell’atto di indicare l’iscrizione al canonico don Pio Cialdella, parroco della basilica cattedrale “San Pietro Apostolo”.

In seguito, avendo individuato il cognome Chiomenti riportato inciso al secondo rigo, sul lato destro, sotto il nome “HERCULIS”, coperto da una lamina d’argento dorato sul bordo inferiore della base della cornice, nella mia scheda documentale a carattere scientifico “La cornice in argento del 1796 segno della devozione verso la Madonna di Ripalta” stampata a tergo della litografia del Centro ricerche di storia ed arte “Nicola Zingarelli”, edita a Cerignola il 7 settembre 2018 e presentata alla cittadinanza, con rigore sottolineai che quel canonico Ercole riportato nell’iscrizione non poteva trattarsi del canonico Ercole Degni, ma per la prima volta in assoluto scrissi che doveva essere il canonico don Ercole Chiomenti. Questo è un altro tassello, un dato inconfutabile, che va ad arricchire la storiografia locale.

Il cerignolano canonico Ercole Chiomenti, figlio dei possidenti Michele e Maria Felicia Amaturo, morì il 1° dicembre 1829 all’età di 66 anni, quando era Arcidiacono del Capitolo Cattedrale, essendo stato in precedenza parroco della Chiesa Collegiata di San Pietro Apostolo.

L’artistica litografia, stampata a tiratura limitata di 150 copie, presenta sul verso un disegno acquerellato realizzato dal compianto socio del predetto Centro ricerche il Prof. Salvatore Delvecchio.

Si precisa che la cornice del 1796 fino al primo restauro dell’icona del 1926 era di dimensioni più ridotte. La venerata icona era collocata con la metà inferiore nell’interno della base processionale, come documentano un positivo fotografico stampato a contatto da un negativo su lastra di cm 18×24 del 1915 dei fratelli Gaetano e Alfredo Ieva di Cerignola, e l’immagine fotografica in bianco e nero su cartoncino ocra cm 18×28 stampata dallo Stab. Dalle Nogare, Armetti & C. – Milano, distribuita nel 1915 dalla locale Deputazione Feste Patronali.

Dopo il restauro dell’icona effettuato nel marzo 1926 dal Prof. Domenico Brizi di Assisi presso il santuario di Maria SS. di Ripalta, la cornice del 1796 fu preventivamente allungata, mostrando visibile l’icona della Madonna di Ripalta, nelle attuali dimensioni misurante cm 173×80. L’icona durante il detto restauro fu tagliata nella parte inferiore, fortemente deteriorata, in quanto fino a quel tempo misurava in altezza metri 1,80.

La cornice, da me misurata grazie all’ausilio del geometra Carlo Giordano, è all’esterno alta cm 285, ai quali si aggiungono cm 25 del puntale con la sfera e la crocetta; la larghezza massima è di cm 141; la luce della cornice è alta cm 177,5 e larga cm 82 circa. La lamina d’argento, comprensiva del supporto ligneo, ha lo spessore di cm 3 circa. La cornice sul retro è munita di un telaio rettangolare, alto cm 186,7 e largo cm 91,1, formato da tavole larghe cm 11,2 e spesse cm 2,2. Il detto telaio serve a sostenere la teca che contiene l’icona protetta da vetri sul recto e sul verso.

La cornice presenta sulla trabeazione uno sbalzo con nubi e quattro teste di cherubini alati, con al centro una colomba ad ali spiegate, simbolo dello Spirito Santo. Da questo sbalzo al di là del nuvolato si dipartono raggi di luce in argento dorato, mentre sui due lati della cimasa, posti su delle volute, sono collocati due putti a tutto tondo nell’atto di sorreggere il baldacchino a corona con frangia e nappe dorate, con campanelli sferici. Le sinuose costole della corona convergono al centro sostenendo una sfera dorata con sopra una crocetta raggiata dorata.

Dopo una attenta analisi della cornice rivelai e pubblicai nel 2018 che su di essa sono marcati sei punzoni con il bollo della corporazione dell’Arte degli Orafi di Napoli “NAP”, con la lettera P consunta e sottostanti millesimi 78(?) in parte consunti. Segue il bollo del maestro argentiere con la prima lettera consunta seguita da una “R” che potrebbe rinviare al maestro Andrea Russo.

Ai lati della cornice sporgono un festone a rilievo con sei rose e sei girasoli, e una serie di boccioli e foglie di acanto, con alle estremità ampie volute. All’estremità inferiore della cornice è incisa la suddetta iscrizione latina; sopra di essa una maschera posta al centro, dalla quale partono dei rami raccordati da foglie e infiorescenze, e alle due estremità un fiore.

Recentemente ho accertato in maniera definitiva, documentando con fotografie anche con la collaborazione tecnica di Giuseppe Lavacca, il cognome del canonico Ercole Chiomenti, quale curatore della realizzazione della cornice in argento del 1796, inciso sotto il nome “HERCULIS”, dove una lamina d’argento dorato copre in parte il cognome “ChiomentJ”.

In conclusione la donazione della cornice in argento del 1796 e la definitiva identificazione del suo curatore il canonico don Ercole Chiomenti ha un alto significato simbolico sotto il profilo civile e religioso, in quanto è un rinnovato atto d’amore del popolo devoto di Cerignola verso la sua Patrona Maria Santissima di Ripalta.

Angelo Disanto Storico e antropologo

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